lunedì 27 gennaio 2014

Il nuovo blog

Grazie per aver fatto visita a questo blog.

Tales of a City Country Girl non viene più aggiornato da tempo ma resta online perchè mi sono resa conto che alcuni argomenti sono attuali e tramite i motori di ricerca ogni giorno molte persone arrivano a leggere i post. Spero che possano essere utili!

L'avventura continua su http://chiomadiberenice.blogspot.it/, il nuovo blog che mi oggi mi rappresenta meglio.

Vi aspetto! 
La Country Girl

domenica 27 gennaio 2013

Il giorno della Memoria

Oggi, 27 gennaio, ricorre il Giorno della Memoria.
La tragedia della Shoah mi ha sempre trovata molto empatica, ho letto libri e visto film sull'Olocausto ma non mi sono mai spinta ad approfondire molto di più perchè la mia sensibilità mi spingeva a non farlo, per la paura di scoprire l'orrore che la Storia del Novecento ha reso possibile. Quando vidi Il Pianista e Schindler's List fu un pugno nello stomaco.

Oggi mi sono presa un po' di tempo per guardare un documentario messo online da www.corriere.it che si chiama Salvi per Caso, una serie di videotestimonianze di sopravvissuti della Shoah.

Il link è questo:
 http://video.corriere.it/salvi-per-caso/index.shtml

Lo consiglio perchè le testimonianze sono toccanti e pacate, nella loro drammaticità ti spingono ad ascoltarle e a voler capire di più su quanto sia successo e perchè possa essere successo. Quanti sono stati complici, a livello individuale o collettivo?  I carnefici erano anche loro vittime del meccanismo del terrore o erano complici lucidi e malvagi? Come ha potuto attecchire un'ideologia criminale come il nazismo? Il seme dell'odio è ancora tra di noi?

La dignità dei sopravvissuti intervistati e la loro forza di andare avanti pur con quell'immenso dolore incancellabile nel cuore mi hanno colpito profondamente. Per circostanze fortuite tutti sono usciti vivi dai campi di sterminio, e spesso dopo anni di silenzio hanno trovato la forza di raccontare, perchè il mondo sappia e non ci sia spazio per negazionismi. Una di loro dice che alla fine la voglia di vivere ha prevalso sull'odio e sulla vendetta e le ha permesso di non impazzire, e la scelta di vivere è il messaggio più forte.

In questa giornata cercare di capire e diffondere queste testimonianze mi pare un gesto importante. Diffondiamo!

lunedì 7 gennaio 2013

Helter-Skelter


 Ho scoperto da poco il significato di questo titolo della canzone dei Beatles. Helter-skelter è una giostra da luna park, uno scivolo a spirale, che ti fa prendere velocità mentre ti fa sobbalzare,  ma significa anche "confuso, caotico".

Ecco, per darmi un tono international posso dire di attraversare un periodo helter-skelter.
Voglio scendere...mi sembra di stare in continuazione sulle montagne russe, buone notizie che si alternano a cattivi presagi, dubbi che si insinuano e turbano la mia tranquillità, euforia e ottimismo spazzati via da momenti di sconforto.
Ho sempre avuto paura di una vita monotona, ma non intendevo una vita imprevedibile in questo modo, e soprattutto non per questi motivi così ordinari.
Le mie poche certezze lavorative si sono affacciate su un baratro il 20 di dicembre. Improvvisamente non si sapeva più se avrei ancora lavorato per quei clienti, quanto, quando, se avrebbero deciso di rinnovare il contratto e di degnarsi di comunicarcelo. E ho trascorso tutte le vacanze natalizie con questa incognita, avendo ben chiaro in testa solo di quanti soldi ho bisogno per pagare tutte le spese in continuo aumento. C'è poco da predicare di prendere le cose giorno per giorno e con flessibilità: lavorare con questa precarietà è troppo, destabilizzerebbe chiunque e impedisce un minimo di progettualità.  E poi non è neanche una questione di risultati; posso assicurare con sincerità che i risultati su questi clienti sono stati ottimi nel 2012. Mi viene in mente una sola frase che rende l'idea della nostra collaborazione: "Dare le perle ai porci".

Poco fa è finalmente arrivata una mail del cliente principale che conferma la volontà di continuare la collaborazione, ma alle sue condizioni economiche e senza la possibilità di confrontarci su contenuti o qualsiasi cosa. Prendere o lasciare, ormai si lavora così, qualsiasi azienda vuole tenere il coltello dalla parte del manico per rivalersi sui piccoli fornitori di tutta la situazione difficile del mercato che a sua volta è costretta a subire. E poco importa se la scorsa notte alle 4.00 ero sveglia con gli occhi sbarrati a pensare "chissà se il cliente ci degnerà di una risposta".

Ok, avrò ancora un reddito....nel frattempo il 21 dicembre (grazie ai Maya) ho avuto un incidente stradale con una macchina non mia, e credetemi che avrei preferito farmi male ma non danneggiare la vettura del Cowboy...quindi il pensiero di avere danni da pagare e forse non avere più una fonte di reddito decente mi ha accompagnata per tutte le vacanze natalizie. Ma alla fine forse c'è un colpo di scena: l'assicurazione potrebbe coprire i danni, ma ancora non si sa, e io aspetto...

Altro colpo di scena: il 31 dicembre ho fatto un colloquio per curare la comunicazione di un progetto che mi piacerebbe tantissimo: start-up promettente, progetto innovativo, energia positiva, entusiasmo, imprenditrice giovane. Proseguono i contatti, e io aspetto impaziente...
All'orizzonte vedo il miraggio di poter lavorare parzialmente da casa, nel mio soggiorno-ufficetto, con il mio gatto sul divano, senza girare come una trottola tra due sedi di lavoro come ho fatto nel 2012.
Insomma, sono a un bivio: tutto potrebbe rimanere esattamente come prima, con il solito precariato, tante responsabilità, stress e pochi quattrini, oppure potrei essere non dico ricca e realizzata ma almeno un po' più serena, carica di un'energia nuova. Non sapete quanto ne avrei bisogno!

Spero che il 2013 mi sia amico, pare che Giove transiti nel segno e porti prosperità e buone notizie. Nel frattempo io attendo, in balia del solito helter-skelter. Domani mattina vado a provare un corso di yoga, che è meglio....

giovedì 13 dicembre 2012

Handmade o industriale?


Questa immagine che ho trovato su Facebook e condiviso mi ha fatto nascere una piccola riflessione.
Ho sempre amato le cose fatte a mano, l'artigianalità, ma non ho mai pensato che potesse essere uno strumento di consumo più consapevole e di ribellione al sistema.
Invece è uno strumento individuale che abbiamo per opporci alla globalizzazione con i nostri comportamenti di acquisto. Come possiamo scegliere di comprare dal produttore a chilometri zero, così possiamo preferire oggetti realizzati manualmente o artigianalmente.
Invece di foraggiare multinazionali che magari producono all'estero pagando 4 soldi i lavoratori, possiamo sostenere persone che hanno scelto di mettersi in gioco vivendo del frutto della propria creatività e della manualità.  E poi l'originalità delle nostre scelte è sempre più limitata: centri cittadini e centri commerciali (che evito come la peste) sono ormai popolati da catene di negozi che offrono ad ogni latitudine gli stessi prodotti. Quindi scegliere un oggetto artigianale significa anche  difendere la "bio-diversità" della fantasia individuale e opporsi ai modelli culturali ed estetici che ci vengono imposti.

Questo Natale, a parte ridurre i regali di circostanza e i pensierini acchiappapolvere, ho deciso che regalerò il più possibile o cose fatte da me (che si riducono a marmellate e accessori lavorati a maglia) o da artigiani.
Il mio guardaroba si è appena arricchito di due pantaloni su misura realizzati con delle bellissime stoffe in lana fine serie ricevute in omaggio da una tessitura per cui lavoro. La bravissima Emma (questo è il suo blog sul knitting, di cui è la mia guru, ma è anche una stilista: emmafassioknitting.blogspot.it) mi ha realizzato due esemplari di un modello creato da lei di un pantalone ampio, con una bella vestibilità, ad un costo molto più abbordabile di un qualsiasi pantalone Benetton, Stefanel o simili.

Ho appena ricevuto il mio acquisto su Etsy.com una borsa portalavoro e un kit per i ferri circolari cuciti a mano con tessuti vintage. Sono stupendi!!!

Un amico del Cowboy realizza dei simpaticissimi strumenti musicali (chitarre e simili) con vecchie scatole di latta che trova nei mercatini. Ora si è anche formato un gruppo di musicisti che suonano on the road con i suoi strumenti, e radunano sempre capannelli di gente!
Tra le mie conoscenze c'è un'amica che fa delle perle di vetro stupende, degne di un lavoratorio di Murano, un'altra che fa dei complementi di arredo tessili molto raffinati http://elenapiccinin.blogspot.it/ e una che realizza una linea di abbigliamento e accesori street con materiali di recupero.

C'è fermento, la gente ha voglia di esprimersi, o ha la necessità pratica di inventarsi un lavoro autogestito e usa il suo talento.

 E poi che bella la sensazione sapere di  che tutti questi oggetti hanno richiesto tempo, progettualità, originalità.


 



mercoledì 28 novembre 2012

Knit-soddisfazioni

Eccomi! Mi spiace trascurare il blog come ho fatto nelle ultime due settimane. E' un periodo stressante, tante scadenze, pressioni, o forse è tutto come al solito e io sono un po' più stanca. A fine dicembre lascerò il lavoro del mattino e il traguardo sembra non arrivare mai....
Non mi faccio però mancare mai le mie medicine quotidiane: lettura e di lavoro a maglia, almeno un po' ogni sera, accoccolata sul divano insieme a gatto Camillo.

Scialletto 22,5 degrees, modello by Martina Behm su www.ravelry.com
















Sono particolarmente fiera dei miei primi risultati come knitter! Questa volta sto facendo sul serio: seguo gli schemi, disfo se sbaglio e non sono indulgente con gli errori che poi compromettono il risultato finale, ricomincio con più attenzione, guardo i tutorial su YouTube per imparare delle tecniche nuove, non mi faccio più spaventare dagli schemi più complicati di una sciarpa, frequento i knit cafè e passo del tempo con tante sferruzzatrici simpatiche. E compro tante, troppe lane!


Scialle Novella by Emma Fassio su Ravelry.com


























Spero che possiate sorridere della mia vanità guardando le foto dei progetti che ho realizzato in questi due mesi: è la vanità del principiante che vede i primi risultati incoraggianti, la soddisfazione di una ragazza che in famiglia hanno sempre chiamato "maldestra"e che finalmente può indossare uno scialletto fatto da lei e che riscuote i complimenti delle amiche.


Sul significato terapeutico del lavoro a maglia non starò a dilungarmi perchè ne hanno già scritto tante persone più preparate di me e più addentro nella tecnica.

The Triangle Cowl
Credo che non si esageri a definirlo una tecnica di meditazione, perchè mi rendo conto ogni giorno che in certi momenti è proprio necessario tenere ferri e fili in mano e lasciarsi portare dal ritmo del lavoro: un punto dopo l'altro con un ritmo regolare (altrimenti il lavoro viene uno schifo),  non farsi prendere la mano dalla fretta ma adeguarsi a un metodo, contare e tenere sotto controllo il lavoro, abbandonare frenesia  e improvvisazione perchè l'unico ritmo possibile è "un punto dopo l'altro". Con pazienza, il progetto prende forma, ma non si possono forzare i tempi. Questo atteggiamento obbliga a svuotare un po' la mente e a scrollarsi di dosso lo stress, l'impazienza, l'insofferenza.
Cito queste sensazioni perchè fanno parte del mio carattere, ma ho sentito di tante persone che riescono a tenere a bada l'ansia, la tristezza, i pensieri che corrono. E' come se ognuno riuscisse a domare con un filo di lana la parte meno domestica e meno pacificata della propria mente.

Recentemente ho letto il post di Vannalisa, nel suo blog dedicato alla creatività, che fa una bellissima riflessione sulle similitudini tra la maglia e la vita:
http://handmadecoulture.wordpress.com/2012/10/29/la-vita-e-la-maglia-intrecciando-fili-e-memoria/

Ecco il brano che mi sembra descrivere alla perfezione il significato del lavoro ai ferri:


"A volte, capita di perdere un punto e non accorgersene. Capita anche nella vita: sbagli, non lo capisci e prosegui dritta per la tua strada. Ma dopo qualcuno (o qualcosa) te lo mette sotto gli occhi, quell’errore lì, e tu pensi: e ora? E ora puoi provare a rimediare, disfacendo e ricominciando, oppure lasciarlo lì dov’è (sperando che non dia troppo nell’occhio) e continuare con il buon proposito di starci più attenta, d’ora in poi". (...) Il filo scorre, come la tua vita. E incroci i ferri così come incroci le dita. A volte tutto scivola senza intoppi, altre devi fermarti a sbrogliare qualche piccolo (o grande) groviglio ma  si procede sempre, una maglia dopo l’altra, un passo dopo l’altro. A lavoro finito, osservi e scopri bellezza e imperfezioni. E arriva la consapevolezza: quel che vedi è opera tua, si tratti di maglia o della tua vita".